teorema di incompletezza di Gödel
"Nei bambini è interessante anche l'atteggiamento nei confronti dei paradossi logici. Io sottopongo spesso ai bambini il paradosso di Zenone, così: dico al bambino di andare verso la parte e di fermarsi a metà strada; lui obbedisce. Poi gli dico: "Adesso cammina verso la parete e fermati a metà strada da dove sei ora". A questo punto gli chiedo "Che cosa accadrebbe se continuassi a fare così? Arriveresti mai alla parete?". Se il bambino capisce il problema mi risponde "E' un gioco molto divertente." e scoppia a ridere.
A me sembra molto significativo: mi ricorda la teoria freudiana dell'umorismo. Una cosa buffa rappresenta un pensiero proibito che riesce a superare la censura. Questi paradossi logici sono esperienze cognitive traumatiche: scatenano oscillazioni mentali quasi dolorose, come succede per esempio quando si cerca di vedere entrambe le facce del paradosso del mentitore: questa frase è falsa. Questi giochi logici rappresentano, per l'intelletto, lo stesso genere di minaccia che le battute sul sesso o quelle sadiche rappresentano per le emozioni.
E' molto importante il fatto che se ne possa ridere: Ciò consente di uscire indenni da una logica incoerente, trattando le incoerenze e i paradossi come configurazioni di pensiero da evitare.
Le persone intelligenti sono quelle che in qualche angolo della mente posseggono innumerevoli configurazioni di pensiero errate, che esse conoscono come potenzialmente nocive.
[...] Questo è poi, per me il vero significato del teorema di Gödel , secondo il quale, in breve, un sistema matematico coerente soffre di certe limitazioni.
La coerenza si paga con una perdita."
Etichette: logica matematica, marvin minsky, matematica
2 Comments:
Di Zenone conosco 3 paradossi (Achille e la tartaruga; la freccia immobile; la metà dello stadio) e ritengo sia stato un grandissimo shock per le "teste" di quell'epoca.
Un pò come Andy Warhol e la sua Zuppa Campbell.
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Anonimo, at mercoledì, giugno 10, 2009 5:57:00 PM
Cagate....Zenone non ha sortito alcun'effetto nella Grecia dell'epoca, poichè Aristotele e Dionege ne dimostrarono la falsità (scorrettamente, ma...ipse dixit....)
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Anonimo, at sabato, ottobre 23, 2010 2:02:00 PM
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