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mercoledì, dicembre 24, 2008

ante-vigilia

Sono le otto e mezza, arrivo puntuale al Teatro di Terra, trovo la porta chiusa e sento delle voci dall'altra parte.

"Il praticello del Bove è MIO!"

Suono il campanello e mi viene aperto dalla regista che mi sorride. Mi lascia assistere, così mi siedo dietro la griglia spenta dell' amplificatore di giuseppe, sul palco già preparato per il concerto.

Il Teatro di Terra.

Sotto quel soffitto di legno minaccioso ho passato tante serate, tanti concerti da "musicista" e spettatore, tanti spettacoli, tutte le sante feste di liberazione organizzata dalla fu sinistra giovanile. Il posto preferito dei fumatori, dopo due ore di concerto si scorgono a malapena le facce dei musicisti, gli occhi risucchiati dalle lenti a contatto diventano rossi rossi.

Mentre aspetto i compagni di serata, mi godo gli ultimi minuti del laboratorio teatrale. Stanno preparando "la proposta di matrimonio" di Čechov. Non posso trattenere un bel po' di malinconia, ricordare quante ore passate nell' aula magna del liceo, a finire la voce, a tremare, sudare, urlare, tirare fuori noi stessi. Mi rivedo in quei ragazzi che avranno 15-16 anni, mentre la regista li richiama dicendo "se non fate gli esercizi di respirazione non ce la farete mai a tenere queste scene!".

Dopo quella mezz'ora di dolce nostalgia, succede tutto molto velocemente. Un sacco di gente nel teatro, il concerto, le risate.

Un' altra serata al Teatro di Terra, insomma.

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