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lunedì, ottobre 27, 2008

equivoci

Nel tardo pomeriggio tento di contattare un rappresentante degli studenti di Informatica per avere delle informazioni.

Behemoth: David ?
Janko: nop i'm not david
Janko: must have made a mistake with the mail adresss

Chiarito l'equivoco, devo aver fatto un casino con gli indirizzi mail e ho salvato su msn un contatto sbagliato.

[...]

Janko: you're italian ?
Behemoth: yes
Janko: humz, any chance you found this mail adress on a forum ?

Chiarito il secondo equivoco, questo tipo è massacrato da studenti di informatica che cercano il rappresentante degli studenti mentre lui ha l'unica colpa di avere un contatto msn Molto simile.

Janko: thing is, i get rather a lot of italians who think i'm david :P
Behemoth ahahah
Behemoth my god

[...]

Behemoth where do you come from ?
Janko: netherlands
Behemoth: oh uau
Behemoth: a country in which a student doesn't have to occupy his university to get rid of cut throats politicians
Janko: eheheh :P
Janko: sort of ;)

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sabato, ottobre 25, 2008

giornate pre-occupate

Arrivo a piazzale Aldo Moro poco prima delle nove, e mi dirigo verso la fontanella - perchè l'acqua di Roma è abbastanza insuperabile.

Prima di arrivare alla minerva, mi giro e sorrido, qualche centinaio di persone affollano il cortile dell'edificio Marconi. Alzo lo sguardo: Fisica Occupata. Niente megafoni, niente urla, niente cortei. Cancelli lucchettati. Sorrido di nuovo, dico: " Vediamo un po' che succede al nuovo edificio". Un ragazzo mi guarda un po' torvo (sono condannato ad essere ironicamente travisato) e fa " l'altro edificio è chiuso. "

Così è: edificio Fermi chiuso, uno striscione recita F = MA -> Fisica = Movimento Autonomo. Il terzo sorriso pieno della giornata.

Il professore di Calcolo della Probabilità manda giù un' aspirina, piegato dal mal di testa. Dice "questo è l'inizio della fine".

Dopopranzo, Alessandro mi spiega sotto il sole le dinamiche dei collettivi. I prati pieni di gente. Pieni dei fannulloni di Brunetta che digeriscono il pranzo, che studiano, parlano, si confrontano, e fanno prove tecniche di accoppiamento.

Esco alle sette dalla lezione di Complessità - è già buio. Non ho freddo, c'è del calore nell'aria. Non è di rivoluzione, odio, esplosivi - è calore. Capisco di che si tratta, sorrido per la quarta volta leggendo su una lavagna trascinata all'aperto: CHIMICA OCCUPATA.

Respiro a pieni polmoni ed esco dalla città universitaria.

In questi giorni c'è aria buona nella capitale.

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venerdì, ottobre 17, 2008

rain rain rain...i don't mind

Chiudo l'ultimo libro di Volo, pieno di malinconia e dolcezza. Questo cazzone con una barbetta più stupida della mia riesce a farmi commuovere come un bambino, e che diamine.

Sul minuetto del ritorno, una signora mi ha fatto gli occhioni dolci e "ma ti leggi libri così romantici?". No, signora, sono un sovversivo, non vede? Non mi lavo i capelli da giorni.

E fuori? Fuori è uno schifo, il cielo coperto da una glassa grigia che dovrebbe essere il cielo, (ma non abito nei ridenti e soleggianti castelli romani?), un'aria che toglie l'aria e rende pesante questo pezzo di viaggio, Capannelle-Roma, che costeggia l'imponente acquedotto romano, quello che ne resta.

Forse è solo iniziata male questa giornata, con quaranta minuti di ritardo sul treno 7214, la pioggerellina fastidiosa, il mio cane fuori dal cancello con la faccia colpevole e le orecchie abbassate.

Forse ho solo voglia di un bel temporale, che lavi via l'ignoranza, lo squadrismo, l' arroganza, Gomorra, la violenza sul più debole.

Pulizia da questa terra in su, da questa terra in giù.

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mercoledì, ottobre 01, 2008

"tutti 'sti numeri"

L'unica cosa che apprezzo della gente che fuma - che cosa da bambini - è quello sguardo di riflessione che accompagna la sigaretta. Conoscendo negli anni svariate file di fumatori si scopre che lo sguardo impegnato non è assolutamente indicatore di lavori in corso nella testa, tutt'altro, solo un' atteggiamento che parte dai fumosi film americani anni '30 ed arriva qui, dove sono seduto, ai prati della Sapienza.

Tra una materia e l'altra, quando sei-sette ore di lezione consentono poco tempo per pensare, bere, pisciare, mi guardo la mano e ho un taglietto abbastanza profondo su una nocca, come diavolo me lo sarà fatto?

Devo essere proprio ridicolo, con il mio maglioncino di alpaca peruviano consegnatomi da Giorgio, divorato dalle zanzare tigre di Roma, affamate e poco infreddolite. Chiedo consiglio ai Turin Brakes e mi sdraio, guardando un po' nel vuoto, atteggiando lo sguardo che precede qualche decisione fondamentale.

Cioè, proprio quello che dovrei fare.

Oh, let the sun be done
Let the air wash the city clean
Oh, let the blue hour come
for everyone.
Turin Brakes

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